sabato 23 luglio 2011

OSLO

L'attentato ad Oslo è stato imputato ad un ragazzo "alto, biondo e norvegese". Questa descrizione è importante, perché mette in evidenza come certa stampa utilizzi stereotipi e pregiudizi (fa strano leggere una descrizione di quel tipo, piuttosto che "era uno scuro, musulmano e pure brutto) e come certe informazioni vengano date sulla base dell'ignoranza e del razzismo più radicale: un fondamentalista cristiano che con estrema lucidità, travestito da poliziotto, raduna un centinaio di ragazzi in festa per il proprio partito politico (centro-sinistra), con una scusa, fingendo di essere li per difenderli. 
Con grande freddezza e lucidità, con calma - dicono i testimoni sopravvissuti - sfodera il fucile e compie una strage senza il minimo rimorso. Un Hitler dei giorni nostri, non è pazzia, non è incapacità di intendere e di volere, è chiarissimo il suo scopo: distruggere chi non la pensa come lui. 
La stampa italiana ancora prima di appurare le notizie pubblica degli annunci completamente errati, falsi, xenofobi e intellettualmente offensivi. Anche questo modo di comunicare ed informare è deplorevole (oltre che sgradevole agli occhi di chi è un minimo consapevole di ciò che gli accade attorno). Siamo alla società dell'odio, dove pregiudizi e stereotipi negativi dominano in modo sconsiderato su tutti gli ambiti del vivere civile. Dalla politica all'economia, dall'informazione all'educazione: cornice di tutto le ideologie e le religioni che vengono usate come armi contro le persone. 
Accusati ingiustamente gli islamici e l'ISLAM in quanto fede, mentre il carnefice spregiudicato è un fondamentalista sì, ma cristiano: biondo, alto e norvegese. 




  

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