Quello che mi sembra interessante non è tanto se le rivolte sono state determinate dai nuovi media o se questi hanno solo aiutato i rivoltosi a raggiungere i loro obiettivi (il che forse è più logico), quanto piuttosto il fatto che attraverso i nuovi media si sono generati nuovi movimenti, nuove interazioni di carattere politico. Gli utenti sono attivi, o pro-attivi, nell'uso dei social media: creano, diffondono e propongono idee. Nell'articolo dal titolo "Una proposta di definizione della "democrazia 2.0", mi sono proposto di osservare queste potenzialità politiche nell'utilizzo dei nuovi media, nello specifico "facebook", cercando di contribuire da un punto di vista teorico all'individuazione di una definizione, seppur semplice e non definitiva, di "democrazia 2.0".
venerdì 3 febbraio 2012
Nuovi media e potenzialità politiche della rete
Di recente ho scritto un articolo sulla rivista "scienza e pace" dell'Università di Pisa, trattando il tema dei nuovi media e delle potenzialità politiche di questi. Tv e giornali hanno enfatizzato molto il ruolo dei "nuovi media" nelle rivoluzioni avvenute nel Nord Africa, addirittura il TIME ha eletto uomo più importante del mondo il blogger egiziano Waul Ghonim, da cui, secondo alcuni, ha avuto inizio la rivolta contro Mubarak.
Quello che mi sembra interessante non è tanto se le rivolte sono state determinate dai nuovi media o se questi hanno solo aiutato i rivoltosi a raggiungere i loro obiettivi (il che forse è più logico), quanto piuttosto il fatto che attraverso i nuovi media si sono generati nuovi movimenti, nuove interazioni di carattere politico. Gli utenti sono attivi, o pro-attivi, nell'uso dei social media: creano, diffondono e propongono idee. Nell'articolo dal titolo "Una proposta di definizione della "democrazia 2.0", mi sono proposto di osservare queste potenzialità politiche nell'utilizzo dei nuovi media, nello specifico "facebook", cercando di contribuire da un punto di vista teorico all'individuazione di una definizione, seppur semplice e non definitiva, di "democrazia 2.0".
Quello che mi sembra interessante non è tanto se le rivolte sono state determinate dai nuovi media o se questi hanno solo aiutato i rivoltosi a raggiungere i loro obiettivi (il che forse è più logico), quanto piuttosto il fatto che attraverso i nuovi media si sono generati nuovi movimenti, nuove interazioni di carattere politico. Gli utenti sono attivi, o pro-attivi, nell'uso dei social media: creano, diffondono e propongono idee. Nell'articolo dal titolo "Una proposta di definizione della "democrazia 2.0", mi sono proposto di osservare queste potenzialità politiche nell'utilizzo dei nuovi media, nello specifico "facebook", cercando di contribuire da un punto di vista teorico all'individuazione di una definizione, seppur semplice e non definitiva, di "democrazia 2.0".
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